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Ho già comprato il biglietto del treno.
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ti aspetto...prendi la linea gialla..... e poi ci vediamo!! ![]()
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Inaugurata la nuova mostra in Duomo alla presenza della Moratti
Milano è rock’n’roll con Elvis e i Beatles NOVITA' 18/10/2008 - Il manoscritto originale di John Lennon con la sua frase “Non voglio più leggere dei Beatles come se fossero ancora vivi”. La chitarra di Jimi Hendrix. La maglietta della prima edizione del “Pavarotti & Friends” firmata della Principessa Diana. Il testo di “L.A. Woman” dei Doors scritto a mano da Jim Morrison. Sono alcune memorabilia in mostra a “Rock’n’Music Planet”, inaugurata ieri sera da Letizia Moratti sulle note di “Imagine” di John Lennon, scelta personalmente dal sindaco. «I Beatles sono stati sempre la mia passione», ha detto la Moratti, «ma questa canzone rappresenta il sogno per un mondo migliore che io vorrei realizzare». L’assessore al Tempo libero Giovanni Terzi ha spiegato la scelta di piazza Duomo come sede della mostra, che poi girerà il mondo e ritornerà a Milano nel 2014 per diventare un museo permanente del rock alla Fabbrica del Vapore. «Piazza Duomo è il luogo sacro e laico della nostra città, dove vogliamo organizzare eventi culturali di qualità come questa mostra, che rende omaggio a 50 anni di storia del rock». Aperta fino al 15 marzo 2009, dalle 10 alle 22, “Rock’n’Music Planet” è la collezione privata di Red Ronnie: alcuni dei 5000 pezzi in vetrina hanno un valore inestimabile, infatti l’intera esposizione è stata assicurata per svariati milioni di euro. «I tre a cui sono più sono più affezionato», ha spiegato Red Ronnie, «sono la lettera di Lennon sulla fine dei Beatles, un disegno psichedelico realizzato da Jimi Hendrix e le ghiande della pace che nel ‘69 Lennon e Yoko Ono inviarono a diversi capi di stato con la preghiera di piantarle in giardino per far crescere due querce per la pace nel mondo. L’invito fu ignorato e molti pacchetti furono distrutti senza aprirli per paura di attentati sovversivi. Si ha conoscenza di due soli esemplari sopravvissuti: quelli esposti qui a Milano». Red Ronnie ha mostrato il percorso della mostra al sindaco Moratti e alcuni artisti ospiti fra cui Paola e Chiara, Cesare Cremonini, Claudio Cecchetto e Beppe Carletti dei Nomadi: appena entrati c’è il contrabbasso suonato nel ’51 da Bill Haley durante la registrazione di “Rock Around The Clock” e subito ci si immerge nel mito di Elvis Presley con il suo orologio personale e tanto merchandising. Rolling Stones e Beatles hanno due grandi sezioni ricche di memorabilia: dalla chitarra Telecaster autografata dagli Stones alla foto della famiglia di Paul McCartney che ha ispirato la copertina del disco “Sgt. Peppers…”. John Lennon ha anche uno spazio personale, nel quale c’è la locandina del film “Come ho vinto la guerra”: è paradossale che la sua unica prova come attore sia stata in una pellicola di guerra. Altre sezioni riguardano Hendrix, Woodstock, i concerti di beneficenza dal Live Aid al Pavarotti & Friends, fino a cimeli più recenti come le scarpe di Madonna. Il catalogo della mostra è un libro di Red Ronnie ricco di aneddoti: «Nello spazio jazz c’è la lettera in cui la moglie di Charlie Parker racconta al marito una premonizione sulla sua morte come artista. Quella lettera è tornata al mittente, perché quella stessa notte Parker è morto. Realmente». Nella mostra “Rock’n’Music Planet” (ingresso a 5 euro e visite gratis per le scuole) ci sono anche 30 sculture luminose di Marco Lodola, raffiguranti altrettanti miti del rock, e svariati flipper e jukebox d’epoca, fra cui un Wurlitzer con teatrino meccanico del valore di 50 mila euro. Luca Benedetti |
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Stasera al tg2 hanno fatto un servizio su questa mostra, ed hanno parlato anche di Elvis
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#6
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Corriere della Sera >
<LI class=root>Scienze > <LI class=root>Facebookmania fra i 30-40enni<LI class=root>SESSO, AMICIZIA E INSODDISFAZIONE, L'IDENTIKIT DI CHI È SEMPRE ONLINE Facebookmania fra i 30-40enni Esplodono le iscrizioni anche in Italia. Ma gli psicologi avvertono: «Attenzione a illudersi» Faceboook. Scoppia la mania in Italia, ma per gli psicologi è un colossale illusione (vignetta di Carlo Lenotti da Risodegliangeli) ROMA - Un clic e si diventa amici, si ritrovano ex compagni di scuola, oppure antiche fiamme. E sui comincia a condividere pezzi di vita, foto e video. Per senitrsi meno soli. E' la Facebookmania, una passione in rapido aumento anche in Italia: gli ultimi dati parlano di 1 milione 369 mila utenti italiani (su 132 milioni nel mondo), con un incremento di visitatori del 961% in un anno ( del +135% degli iscritti). «E' una febbre che contagiato in particolare la fascia tra i 30 e i 40 anni, e non a caso: questo mondo virtuale è infatti vissuto come un antidoto al senso di vuoto e alla solitudine, che in questa fase della vita, fitta di bilanci, contagia anche i cosiddetti vincenti» commenta Paola Vinciguerra, presidente di Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) e direttore dell'Uiap (Unità operativa attacchi di panico) alla Clinica Paideia di Roma. IL RADUNO ITALIANO - Se infatti il sito è nato richiamandosi - anche nel nome - agli album fotografici che le università americane pubblicano a inizio anno accademico per ritrovare amici perduti, oggi i nostalgici a caccia degli ex compagni di classe sono solo uno dei tanti profili dei facebook-maniaci: ci sono i «troppo soli», gli insoddisfatti, quelli con l'alter ego, quelli che lo fanno per farsi pubblicità, i cuori infranti e, naturalmente, i latin lover virtuali. A testimoniare la passione per questo colorato mondo online c'è anche un incontro organizzato per mercoledì 22 a Milano, alla discoteca Limelight, per riunire la Facebook community lombarda. Ma stando agli esperti, il crescente scambio di messaggi, foto e contatti possono essere anche la cartina di tornasole di un disagio sempre più diffuso. «L'enorme sviluppo di Facebook è anche spia di un grosso problema di solitudine - diagnostica la Vinciguerra , analizzando il fenomeno con l'Adnkronos salute - Abbiamo costruito la nostra vita su un'immagine capace, vincente, superorganizzata. Ma a 30-40 anni, che gli obiettivi che c'eravamo posti siano stati raggiunti o meno, si fa strada un senso di vuoto, perchè più che l'essere abbiamo curato l'apparire». «COLOSSALE ILLUSIONE» - Così finiamo per ricercare quelli che sono sentiti come «rapporti veri: i compagni di scuola, gli amici di tante estati al mare, i ragazzi del cortile. Quelli a cui davamo e ricevevamo sostegno e comprensione sinceri. Oggi nel mondo reale recitiamo un po' tutti - avverte la Vinciguerra - ma in passato non era così». «Facebook permette a tante persone di pensare di essere importanti, solo perchè hanno decine e decine di amici virtualì, ma purtroppo si tratta spesso solo di una colossale illusione», sostiene Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, docente di psichiatria dell'Università Gregoriana di Roma, e fra i primi a occuparsi del problema delle tecno-dipendenze in Italia. «Occhio però, perchè dimenticano che resterà per sempre traccia sul web del cumulo di menzogne o banalità narcisistiche che si immette nella rete», avverte Cantelmi. E spesso le menzogne vengono al pettine, come è già accaduto nel caso di coppie in cui uno dei due si presenta single sul sito, e l'altro lo scopre. «Si è disperatamente in cerca di una realtà diversa, anche sentimentalmente, così si altera la verità», dice la Vinciguerra. GLI IDENTIKIT DEI «FACEBOOKMANIACI» - Ecco, secondo gli esperti, l'identikit dei popolo di Internet contagiato dalla Facebookmania. 1) I nostalgici: Si emozionano alla vista delle foto dei compagni di classe delle medie o del liceo. Cercano gli amici del passato per vedere come sono invecchiati, e commentano i bei tempi andati. Una nostalgia per i vecchi tempi che, di fatto, è un rimpianto per i rapporti veri e perduti, per un'infanzia e un'adolescenza ormai lontana e mitizzata. 2) I latin lover virtuali : Dichiaratamente a caccia di nuovi potenziali partner, ma anche di ex piacenti e disponibili. Spesso celano una relazione (se l'hanno) e rimpinzano il proprio profilo e gli album con foto sexy o interessanti, a volte ritoccate. In genere accumulano decine e decine di amici dell'altro sesso, con i quali fanno i misteriosi. «Ma alla fine si tratta di persone sole o profondamente infelici con il partner, che ricorrono a cumuli di banalità narcisistiche per rendersi interessanti», spiega Cantelmi. 3) I cuori infranti: Prostrati dall'ultima relazione, in corso o finita, sono a caccia degli antichi amori, mitizzano i ricordi. Hanno l'impressione di essersi persi per strada qualcosa di vero. «In questo caso l'insoddisfazione e la solitudine vanno a braccetto - spiega la Vinciguerra - e si cerca di darsi un'altra chance» grazie alla rete. 4)Gli insoddisfatti: Infelici anche se hanno una famiglia e dei figli, spesso sono donne. Non trovano spazio per il sogno, il romanticismo e quel pizzico di avventura, che finiscono per cercare su Facebook. 5) Quelli della pubblicità: Sono più o meno famosi, politici, campioni dello sport, attori. Ricorrono a Facebook in modo strumentale, per farsi mega-spot gratuiti. 6) Quelli con l'ater ego: Dai 400 burloni che si sono presentati nei panni del calciatore Francesco Totti, ai tanti Giulio Cesare o Maria Antonietta, a quelli che pubblicano foto diverse o ritoccano la descrizione vantando titoli ed esperienze di fantasia. Soli e in cerca di contatti, si mettono una maschera per ottenere attenzioni e credibilità nel mondo virtuale. 22 ottobre 2008 Ho letto questa notizia e sono rimasta un pò traumatizzata .....spero di non far parte di questa categoria di matti !!!!!.....lascio a voi ogni commento relativamente all'articolo sopra riportato....grazie!!!! ![]() |
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#7
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Carmen, puoi risponderti da sola chiedendoti se sei registrata oppure no a Facebook
e ti riconosci in uno dei "sintomi" descritti. Avevo sentito parlare di questo sito alla TV pochi giorni fa, ma non l'ho mai visitato, quindi per commentare mi posso solamente basare su ciò che hanno riportato gli esperti in questo articolo. Se gli psicologi/psichiatri fanno questa "diagnosi", probabilmente la fanno a ragion veduta. L'unica cosa che mi viene da dire è che tutto questo è sconfortante: tutto questo è lo specchio di una società che ha perso praticamente tutto, fatta di persone che cercano e rincorrono l'impossibile, cercando di essere ciò che non sono e vivendo, quindi, in un circolo vizioso di "vorrei ma non posso, ma mi illudo di potere", che penso crei non poca frustrazione, come infatti dicono anche gli esperti. L'invenzione di internet per alcuni versi è una gran bella cosa e molto utile se usata nel modo corretto. Nel nostro caso, ad esempio, mentre in passato erano i media a farla da padroni, propagando le loro opinioni e notizie su Elvis su scala nazionale/mondiale e a noi non rimaneva che farci venire il nervoso , ora con internet possiamo finalmente avere una voce tanto potente quanto la loro, e contrastare con le nostre opinioni le "falsità" che i media propinano, facendo qualcosa di giusto per una "causa" in cui crediamo.Dall'altra parte, però, internet può essere anche molto deleterio e creare situazioni come quelle descritte nell'articolo. Come in tutte le cose, il troppo stroppia...E' come quando si gioca....E' bello giocare...l'importante è non farsi prendere "dal vizio" del gioco. Mi ritrovo spesso a pensare che, per certi versi e davanti ad alcune situazioni, stavano meglio i nostri nonni, quando si svagavano con molto meno, ma in modo decisamente più salutare. Spero di essere riuscita a spiegarmi ![]() LISA
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