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Da Castlerock
Diana e Marilyn al top di un sondaggio inglese La principessa del Galles e la diva americana sono le prime due celebrità che gli inglesi vorrebbero ancora in vita. ![]() La principessa Diana e Marilyn Monroe sono al primo e al secondo posto di un sondaggio indetto dalla compagnia telefonica Virgin Mobile tra gli inglesi, ai quali è stato chiesto quale celebrità defunta vorrebbero che tornasse in vita. Nella classifica, dopo la principessa e la diva americana scomparsa in circostanze misteriose nell'estate del '62, figurano Elvis Presley, John Lennon e George Harrison. La Virgin Mobile inoltre ha chiesto agli intervistati quale attimo vorrebbero poter cancellare dalla storia: il tragico incidente nel quale morì la Principessa Diana ovviamente è risultato tra i primi posti in classifica, ma molti vorrebbero cancellare anche gli attentati dell'11 settembre 2001. |
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Ma trovo sconcertante che davanti alla domanda quale attimo storico vorresti cancellare si pensi subito a Diana.... Tanta tristezza per un incidente assurdo ... ma se si potesse scegliere, forse l'11 settembre, o lo sgancio della bomba su Hiroshima o lo tzunami venuto tempo fa....o per stare a casa nostra i terremoti che hanno devastato il nostro paese....non sarebbero scelte dovute? Insomma, sarebbe bello ogni tanto sentire che le persone, anche nei momenti più spensierati, riescono a pensare a chi è meno fortunato..... mah....chissà cosa avrebbe risposto Elvis...dite che anche lui avrebbe risposto Diana?,,,,dubito |
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#3
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Mercury,la più grande leggenda rock
Al secondo posto il mito Elvis Presley Qual è la più grande leggenda del rock? I lettori della rivista musicale britannica Q magazine interpellati a stilare una classifica non hanno avuto dubbi. Ha vinto su tutti Freddie Mercury, seguono a ruota Elvis Presley e al terzo posto c'è Jimi Hendrix. Poi Ozzy Osbourne (quarto), Jon Bon Jovi (quinto), al sesto troviamo Slash dei Guns 'n' Roses. E ancora Meatloaf al settimo, Eric Clapton all'ottavo, Mick Jagger al nono e David Bowie al decimo. Il sondaggio, realizzato in concomitanza con il lancio di un nuovo videogioco, Guitar Hero III: Legends of Rock, incorona anche Ozzy Osbourne come il protagonista del più memorabile episodio della storia del rock - ovvero quando il leader dei Black Sabbath staccò a morsi la testa di un pipistrello - e Slash dei Guns 'n' Roses per il miglior solo di chitarra in "Sweet Child of Mine". FREDDIE MERCURY, TRA ECCESSI E TALENTO, UNA VITA PER LA MUSICA Freddie Mercury (vero nome Farrokh Bulsara), nasce il 5 settembre 1946 a Stone Town nell'isola di Zanzibar, attualmente di proprietà della Tanzania. Britannico e di origine asiatica, Freddie studia a Panchagani (Bombay), presso la Saint Peter's Boarding School, per poi trasferirsi in Inghilterra. Qui si iscrive poi all'Istituto d'Arte Ealing, laureandosi in arte e design. In questo periodo si cimenta seriamente nella musica stringendo amicizia con Tim Staffel, bassista e cantante degli Smile, con Roger Taylor alla batteria e Brian May alla chitarra. Conosce anche Cris Smith con il quale incomincia a scrivere canzoni. Termina gli studi nel giugno del '69. Con Roger Taylor e Brian May decide di rimpiazzare Staffel e cambiare il nome del gruppo da Smile a quello ben più noto di Queen. Contemporaneamente Farrokh Bulsara decide di cambiar nome con Freddie Mercury in onore di Mercurio, il messaggero degli Dei. L'esigenza di un bassista porterà poi nel 1971 John Deacon a completare la formazione. Sul palco, come nella vita dopotutto, Mercury si dimostra uno straordinario interprete pieno di drammatiche gestualità, un vero animale da palcoscenico. Tra i brani più famosi del gruppo che hanno fatto la storia della musica mondiale "We Are the Champions", "Bohemian Rhapsody", "Somebody to Love" (scritti da Mercury), "Radio Ga Ga" di Roger Taylor e "We Will Rock You" di Brian May. Freddie decide anche di intraprendere anche la carriera solista, senza abbandonare il gruppo. Così nel 1985 esce "Mr.Bad Guy", nel disco brani di successo come "Made in heaven". Nel 1987 esce "Barcelona", duetto con la soprano Montserrat Caballé. Il cantante, poi, si è dimostrato sempre molto coraggioso nel vivere al sua identità, dichiarando più volte senza imbarazzi la sua omosessualità. Si ammalerà di Aids (contratta forse nel 1986) che lo porterà ad una scomparsa prematura il 24 novembre 1991 per polmonite. |
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Il vinile è 'cool', Sony BMG ristampa i classici a 33 giri
Basta un giro tra gli scaffali dei pochi negozi specializzati rimasti, o tra i corridoi di centri commerciali multiprodotto come Media World, per avere la conferma che il vecchio album in vinile si sta consolidando come oggetto "cool", ricercato e collezionabile proprio nel momento in cui la musica diventa immateriale e il cd cade in disgrazia. In Inghilterra e negli Stati Uniti c’è chi sta studiando seriamente il fenomeno, anche se non è il caso di farsi prendere da eccessivi entusiasmi. Il mercato del vinile è risorto, ma resta confinato a una nicchia di pubblico che ne apprezza proprio le qualità irriproducibili dall’mp3 e, in parte, anche dal compact disc: grafica di copertina non sacrificata dalla miniaturizzazione, fascino vintage, calore analogico della riproduzione sonora. Sul sentiero delle ristampe in LP (spesso in edizione deluxe con vinili a 180 o 200 grammi, e sovente setacciando su licenza delle major i maggiori cataloghi internazionali) si sono date da fare per prime benemerite etichette specializzate come l’americana Classic Record, l’inglese Simple Vinyl o la nostra Comet Records. E ora si muovono anche i giganti come Sony BMG, che ha appena rimesso in circolazione a medio prezzo (13-14 euro al pubblico) le riedizioni in formato 33 giri di dodici titoli da storia del rock e non solo: si parte con l’Elvis Presley della raccolta “Golden records” e si arriva (in ordine cronologico) ai Pearl Jam di “Ten” passando per “Kind of blue” di Miles Davis, “The songs of Leonard Cohen”, “Johnny Cash at Folsom Prison” “Bridge over troubled waters” di Simon & Garfunkel, “Pearl” di Janis Joplin, “Transformer” di Lou Reed, “Blood on the tracks” di Bob Dylan, “Horses” di Patti Smith, “Combat rock” dei Clash e “Born in the USA” di Bruce Springsteen. “Poiché si tratta di uscite internazionali, questi titoli sono stati scelti tenendo conto delle esigenze di mercato dei vari paesi”, spiega Gabriele Paoli, direttore special marketing della major. “Non si tratta dei best seller assoluti di ciascun artista, ma di alcuni tra i loro album più significativi”. Altri ne seguiranno prossimamente: “L’opera ha senso se è continuativa nel tempo e non di tipo ‘one-shot’. Vogliamo assicurare il consumatore sul fatto che continuerà a trovare l’amato, scomparso vinile nei negozi di dischi. Altre due tranche di emissioni sono previste entro il 2008, tra la primavera e l’estate”. I budget di vendita? “Onestamente non abbiamo puntato sui grandi numeri. L’obiettivo è di fornire al consumatore un’altra gamma di prodotto e di avvicinare il target più giovane ad un supporto che ha fatto la storia della musica e che riteniamo possa incuriosire chi è nato già negli anni del cd. Con un prezzo così invitante, ci rivolgiamo a tutto il pubblico e non solo ai collezionisti”, dice Paoli. “Era da tempo che Sony BMG voleva ritornare sul mercato discografico anche con gli LP a 33 giri e finalmente ce l’abbiamo fatta. Abbiamo tenuto in considerazione le richieste che provenivano dai rivenditori nostri clienti ma anche dell’interesse che i media rivolgono costantemente a questo oggetto, ancora considerato vintage e di culto; da qui la decisione di riproporlo al mercato”. Data la quantità di materiale disponibile nei cataloghi storici RCA e CBS, a quando le ristampe di vinili italiani? “Nel 2008 procederemo esclusivamente con le ristampe internazionali. Ma non è detto che non si passi successivamente anche al prodotto locale”. Rockol darà ai suoi lettori l'opportunità di "toccare con mano" le ristampe dei classici per mezzo di un'iniziativa che prenderà il via il prossimo 10 dicembre: quotidianamente, infatti, ai navigatori del sito verrà offerta l'opportunità di vincere un titolo estratto dal catalogo in vinile. Rimanete in contatto per maggiori informazioni... Da Rockol.it |
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Jeanne Carmen (foto sopra) - l’ex pin up degli anni ’50 star delle copertine ed una delle migliori amiche di Marilyn Monroe – sembra che si cucirà su misura (le sue misure…) un biopic, tratto dal libro del figlio Brandon James (“The Wild, Wild Life Of Jeanne Carmen”). Non solo: dal momento che il progetto è tutto suo, la signora ha anche potere decisionale sulla scelta dell’attrice che dovrà impersonarla. Dopo aver bocciato Christina Aguilera in dolce attesa, la Carmen sembra aver gradito una doppia ipotesi: Scarlett Johansson o Kate Bosworth (foto sotto). “Christina – ha detto la Carmen – è una pin up nata, lo è nel profondo del cuore, ma purtroppo bisognerebbe regolarsi sui tempi della sua maternità, e non possiamo. Al momento la sceneggiatura è in mano agli agenti di Johansson e Bosworth”. Cast e regia sono ancora in alto mare, ma l'idea non è male: la Carmen ha avuto, come recita la succitata biografia, un passato di eccessi e flirt clamorosi (Elvis Presley, Frank Sinatra), coltivati nella Hollywood che le negava parti di rilievo in film importanti, ma che l'aveva eletta a star di svariati B-movies. L'amicizia con Marilyn garantiva alla prorompente modella una buona dose di riflettori permanenti. Dopo la morte della Monroe, però, la stessa Carmen scomparve dalle scene recludendosi per parecchio tempo in Arizona. |
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![]() Napoli – Il prossimo 17 dicembre tutti gli amanti della buona musica e del sano divertimento, provenienti da Napoli e dalla Campania sono invitati al Teatro Acacia al Vomero per il “Christmas Country” di Nevada, lo spettacolo di chiusura dell’anno 2007 dopo i grandi successi riscossi il 28 febbraio e il 4 maggio scorsi al teatro Cilea. Oltre 500 persone, per ognuno dei due eventi, hanno potuto assistere alle qualità artistiche di un musicista e cantautore ormai radicato sul territorio, vicino ai giovani e cresciuto con la sensibilità di chi vuole trasmettere il proprio pensiero e il proprio stato d’animo attraverso i suoi strumenti: il banjo, il violino, la chitarra, l’armonica, l’ukulele e il mandolino. Nevada, dopo il ricordo di Totò, Carosone e Aurelio Fierro, renderà omaggio, questa volta, al grande Elvis Presley, in occasione del 30° anniversario della sua morte. Il celebre cantante rock, che ha ispirato Nevada agli inizi della sua decennale carriera, sarà ricordato con un momento originale e coinvolgente nel corso dello spettacolo. La manifestazione organizzata e promossa dall’associazione “Giovani del Sud” presieduta da Lello La Pietra, in collaborazione con l‘associazione “i Meridiani” Onlus presieduta da Alfonso Giarletta, vuole essere soprattutto la conferma e la consacrazione di artisti validi presenti da anni sul nostro territorio, il messaggio e l’appello a difendere le nostre capacità creative e lo spirito di iniziativa delle nuove generazioni. “Ho un pubblico di giovani, famiglie ed anziani che mi segue da anni – dichiara il cantautore partenopeo – e che non voglio trascurare, perché è il tuo pubblico che garantisce la tua crescita personale e professionale. E’ il primo concerto di Natale in cui sento davvero di esprimermi al massimo per una società che sta cambiando e che ha bisogno di segnali e spinte diverse ” Nevada si avvale anche questa volta di una band composta da circa 10 elementi, nonché del coro “Non solo Gospel”, circa 20 giovani napoletani scoperti nel suo percorso dallo stesso cow boy napoletano. “I giovani al centro del mondo – dice Lello La Pietra - e al centro di questa nuova iniziativa musicale e culturale. Abbiamo messo un nuovo tassello in quel mosaico di salite, ostacoli, difficoltà che il pianeta giovanile incontra ogni giorno sulla sua strada. Sarà la serata dei giovani, del Natale e di un grande artista come Nevada” “Stiamo sottolineando da tempo con le nostre iniziative – aggiunge Alfonso Giarletta – quanto è indispensabile il dialogo e la comunicazione per elevare le risorse culturali dei nostri territori. Se a tutto questo si aggiunge una musica di qualità e di studio professionale come quella di Nevada, ci convinciamo sempre di più di poter raggiungere anche le menti più pigre al risveglio della nostra società” Nel corso della serata sarà battezzata la prima edizione del Premio Giovani del Sud con la consegna di una targa speciale ai “Non solo Gospel” per l’abnegazione e l’impegno profuso in una nicchia musicale ancora lontana dalla nostra cultura e per la capacità e la passione di comunicare a tutti il valore del canto. Un riconoscimento anche al tenore Dante Ferri che ricorderà Luciano Pavarotti interpretando il celebre brano 'Nessun dorma' |
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#8
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Fra 4 anni, nel 2011 si potrà festeggiare un Secolo dalla nascita del Blues. Infatti nel 1911 nasceva Robert Johnson, colui che è considerato il padre fondatore per eccellenza del Blues, nonostante il Blues abbia avuto differenti padri, in diverse epoche ravvicinate, tra cui ancora pochissimi in vita, come B.B King e Buddy Guy. Allora i cambiamenti anche solo da un anno a un altro erano enormi, perché un artista, una canzone, un album, era capace di mettere a soqquadro l’intera scena musicale del momento.
Lo sconquasso che ha dato il blues é senza minimo paragone, perché è la prima vera forma di “popular music” nella storia dell’umanità, dove prima c’erano i canti di lavoro o di rivalsa sociale, dove c’erano i menestrelli di corte o i musicisti al servizio sempre e soltanto di elite e aristocratici, dove “nel mentre” si faceva musica classica in grande abbondanza in tutta Europa. Quando si dice che il Rock nasce da Elvis Presley, e che il passo successivo sono i Beatles e i Rolling Stones da cui sono nati TUTTI i grandi gruppi della storia del rock dai Led Zeppelin ai Genesis, dagli Who a solisti come Carl Perkins, Tom Jones, Van Morrison, Joe Cocker e così via, significa dare i meriti della quasi intera discografia di quegli anni al BLUES. Quel geniaccio di Elvis Presley prese infatti per la prima volta quella musica per farla bianca. Come? Dandogli immagine e dandogli un preciso scopo sociale. L’immagine sensuale, vibrante, energica di Elvis è icona, lo scopo che lui ha raggiunto è quello di dare voce a delle nuove generazioni che presto avrebbero iniziato la rivoluzione culturale moderna che ancora oggi viviamo nella contemporaneità. Quindi, usare quella struttura, quegli accordi, quei ritmi, e interpretando l’anima del Blues a proprio modo. Un tentativo eslcusivo, unico: negli anni ’50, per la prima volta un bianco fa Blues, e crea il rock’and roll. Di lì ai Beatles sarebbero passati pochi anni, e di lì ai Rolling Stones mancava davvero un soffio. L’Inghilterra comincia a rispondere legandosi a doppio filo agli Stati Uniti, e avrebbe proseguito in questo dialogo / incontro e anche risposta /scontro per sempre. Se pensate ai Pink Floyd in Inghilterra e ai Beach Boys in California, capiamo come le differenzi sostanziali sotto il profilo musicale e culturale siano manifeste, nonostante la comune radice: appunto, il blues. Qui siamo a far vedere dei filmati eslcusivi di musicisti che conoscete, coinvolti da un progetto di Martin Scorsese di rendere merito al Blues come vera radice della musica che gente come Clapton, Van Morrison, Jagger, Lennon (e così via), fanno. Ma anche quei nomi legati a questa radice che purtroppo in Italia nemmeno si conoscono. La collana per la precisione ha partorito ben 7 film diretti tra l’altro da grandissimi registi come Clint Eastwood e Wim Wenders. Il fatto di non conoscere nomi apparentemente insignificanti come Skip James, Big Bill Broonzy, Son House, Blind Wille Johnson conferma tra l’altro l’eterno buco culturale del nostro paese, incapace di inculcare nozioni di didattica base come quelle delle origini della musica che ascoltiamo oggi. Il limite culturale di non soffermarsi sulle origini di un qualcosa, della cultura di quel qualcosa che l’Italia ha. Se pensiamo che in Europa siamo il Paese con maggiore tradizione musicale, visto che nel Sud Italia abbiamo vissuto episodi musicali paramente interessanti a quello del Blues, e sicuramente molto più “elevati” rispetto al folklore spagnolo o alle boriose origini cantautorati francesi, dobbiamo solo che frustrarci per la tristezza. Un Paese incapace di rendere merito ai più di 100 strumenti che è riuscito a inventare di mano proprio, un Paese che è riuscito a buttare il dominio della musica nel mondo (ricordiamoci che Ray Charles e Aretha Franklin negli anni ’60 venivano a cantare a Sanremo, e in lingua italiana…), è evidente che non è interessato a capire la musica che viene dagli States e dalla Gran Bretagna, industria dominante e scrittrice dell’intera storia del Rock fino ad oggi (perché i vari Radiohead, Red hot chili peppers, White Stripes, Oasis, Coldplay, sempre da lì vengono). Oggi è l’occasione non tanto per fare della didattica, ma per godere di episodi musicali avvincenti che non vedremo mai e poi mai in tv nonostante la loro fondamentale importanza, ma che dobbiamo quindi vederci qui insieme, come riuniti in una “setta”, come una èlite che vuole vedere qualcosa di diverso e interessante… anche se questo diverso e interessante dovrebbe essere la “quotidiana quotidianità”. Ma i nostri tg e speciali televisivi sulla musica sono troppo intenti a trasmettere servizi sugli amici di questo o l’altro collega, e al serviziodi tutti quei personaggi che usano la tv per trasmettere programmi con le loro canzoni in modo tale da ricevere un assegno siae più gonfio alla fine dell’anno! L’irriverenza di Livecity oggi a Torrino Festival, piazza cina, dalle ore 17, spazio Teatro Tenda. ![]() da livecity.it |
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